29 ottobre 2020 - 16:09

Attentato a Nizza, il killer era in Italia il 9 ottobre. Dopo lo sbarco a Lampedusa portato a Bari e identificato

Il tunisino Brahim Aoussaoui aveva in tasca il foglio rilasciato dalla Croce Rossa

di Fiorenza Sarzanini

Attentato a Nizza, il killer era in Italia il 9 ottobre. Dopo lo sbarco a Lampedusa portato a Bari e identificato
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Il 9 ottobre l’attentatore di Nizza era a Bari. Dopo essere sbarcato a Lampedusa il 20 settembre, con un gruppo di altri migranti che si trovavano su un barcone, è stato trasferito nel centro di identificazione e fotosegnalato dalla questura. Per questo la polizia e i servizi di intelligence stanno adesso ripercorrendo le tappe del viaggio che lo hanno portato in Costa Azzurra. E soprattutto stanno verificando come mai non sia stato trattenuto nel centro di identificazione in attesa del rimpatrio. In tasca gli hanno trovato un foglio rilasciato dalla Croce Rossa Italiana ed è stato proprio il documento a consentire agli inquirenti francesi di identificarlo.

Al momento si sa che Brahim Aoussaoui è nato in Tunisia il 29 marzo del 1999 ed è arrivato agli inizi di ottobre in Italia. È sbarcato sull’isola, bloccato grazie ai controlli e portato in Puglia per le procedure di identificazione dei cittadini extracomunitari. Dopo la fotosegnalazione effettuata a Bari, è stato inserito nei terminali per «illecito ingresso in territorio nazionale». Nei confronti di Brahim Aoussaoui era stato emesso un decreto di respingimento del prefetto di Bari accompagnato da un ordine del questore ad abbandonare l’Italia entro sette giorni e nei suoi confronti non era stato disposto il trasferimento in uno dei Centri per i rimpatri poiché non c’erano segnalazioni.

La notizia del passaggio dell’attentatore dall’Italia ha subito scatenato le polemiche politiche. «Se per l’attentatore di Nizza sono confermati lo sbarco a Lampedusa a settembre, il passaggio da Bari e poi la fuga chiediamo le dimissioni del Ministro dell’Interno Lamorgese», è sbottato il leader della Lega Matteo Salvini. Per Giorgio Mulé, deputato di Forza Italia, si tratta dell’«ennesimo terrorista che usa il nostro Paese come primo approdo per compiere gesti orribili come quello di Nizza dovrebbe definitivamente far riflettere un governo che ha ammainato la bandiera della sicurezza in favore di un’accoglienza incontrollata, esponendo il nostro Paese a pericoli inimmaginabili». Per la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, «se questa notizia dovesse essere confermata sarebbe di una gravità inaudita ed esporrebbe la nostra Nazione al rischio di isolamento». Prova a mitigare i toni Pietro Bartolo, medico di Lampedusa per anni e ora europarlamentare: «Non si può fare di tutta l’erba un fascio» e «non si può dire che tutti quelli che passano da Lampedusa siano terroristi», ma «se c’è qualche mela marcia queste mele marce andrebbero cacciate via prima di fare il danno» e «servirebbero controlli più attenti».

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